Il festival del documentario DocPoint festeggia vent’anni. La programmazione offre un’ampia selezione di interessantissimi documentari, sia finlandesi che stranieri. Sono previste molte prime mondiali, documentari premiati ai festival internazionali e altre novità. La programmazione contiene una mini retrospettiva dedicata a Gianfranco Rosi, nonché Il mio corpo (2020) di Michele Pennetta. Questa edizione del festival è solo online e va dal 29 gennaio al 7 febbraio 2021.
Per i biglietti: https://docpointfestival.fi/en/tickets/.
Michele Pennetta nasce nel 1984 a Varese. Nel 2008 consegue la laurea triennale in Comunicazione visiva presso la SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana) a Lugano. Nel 2010 consegue il master in cinema presso l’ECAL (École Cantonale d’Art de Lausanne). I suoi cortometraggi documentari The Bet (2013) e The Dogs Bark (2010) vengono selezionati a numerosi festival. Il suo primo documentario di lungometraggio Fishing Bodies (2016) ha la sua prima al Locarno Film Festival, sezione “Cineasti del presente”. La prima de Il mio corpo è al Festival di Cannes 2020, sezione “ACID”.
Italia, Svizzera 2020
Regia: Michele Pennetta
Durata: 80′
Lingua: siciliano, pidgin
Sottotitoli: inglese
Vietato ai minori di 7 anni
“I confini tra documentario e fiction sono sfumati con un taglio innovativo ne Il mio corpo, in cui due vite si intersecano in Sicilia: quella di Oscar, un ragazzo del posto di famiglia povera, e Stanley, un immigrato dalla Nigeria.
L’adolescente Oscar passa le sue giornate alla ricerca di ferraglia tra i cumuli di immondizia con il padre, per venderla e guadagnare soldi per la famiglia. Stanley pulisce i pavimenti della chiesa e fa altri lavori che un prete amico gli offre. Oscar non va d’accordo con suo padre, mentre Stanley aspetta i risultati della domanda di visto dell’amico con cui abita. Sia Oscar che Stanley sembrano bloccati nel loro status quo e legati a filo doppio alle persone che li circondano.
La Sicilia de Il mio corpo è di una bellezza aspra e va in rovina sotto il caldo secco del sole. A prima vista questo ambiente e le dure condizioni sembrano l’unica cosa che collega i due personaggi principali. Tuttavia, passando da Oscar a Stanley, il film invita lo spettatore a fare confronti e trovare altri punti in comune tra i due.
Il fascino del film deriva dal suo approccio riservato e dalla sorpresa di semplici momenti di bellezza. Una statua della Vergine Maria trovata in un mucchio di immondizia, un tuffo rinfrescante nel mare, la velocità di Oscar sulla bici. E quando il film offre ai suoi personaggi principali la possibilità di trovarsi per un momento, l’immagine rimane nella mente molto tempo dopo la fine.”
– Inari Ylinen, docpointfestival.fi