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Artisti finlandesi nella Sicilia barocca di Montalbano

Riconosciute nel 2002 dall’Unesco come patrimonio dell’umanità per “L’eccezionale qualità dell’arte e dell’architettura del tardo barocco”, otto città del Val di Noto sono diventate famose in tutto il mondo come sfondo della fortunata serie televisiva “Il commissario Montalbano”. Le otto città, Caltagirone, Militello, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa, Scicli, furono ricostruite dopo il terremoto del 1693 e per tale motivo mostrano una straordinaria omogeneità cronologica e stilistica e rappresentano l’ultima fioritura del barocco europeo. Tra i principali architetti della ricostruzione, Rosario Gagliardi è stato quello che ha avuto maggiore influenza con la sua invenzione della facciata-torre, elemento inconfondibile delle architetture ecclesiastiche della Val di Noto fino alla metà dell’ottocento.

Degni di nota non sono solo l’architettura e i centri urbani, ma la campagna: per cominciare la vegetazione, composta prevalentemente da carrubi, ulivi, mandorli e agrumi, la sublime maglia di muretti a secco, il rapporto straordinario che si è instaurato tra l’uomo e la natura con la sua cultura contadina, il folklore delle feste popolari e, per finire, la bellezza della costa caratterizzata dal susseguirsi continuo di scogliere e spiagge dorate.

Già negli anni ’50 e ’60 questa parte di Sicilia cominciava a essere scelta da noti registi come Antonioni, Germi, Zampa e Zeffirelli per ambientarvi i loro film. Oggi, da ultimo, è la provincia di Ragusa a balzare agli onori della cronaca. E “l’area Iblea” del Val di Noto, così chiamata per la presenza dei Monti Iblei, ad acquisire grande notorietà, perché scelta come campo d’azione del commissario Montalbano.

Il noto personaggio letterario, nato dalla penna di Andrea Camilleri, nei romanzi vive nella provincia di Agrigento, nei luoghi da cui proviene lo stesso scrittore. Per la serie televisiva, dopo una serie di sopralluoghi, la provincia di Agrigento venne però scartata a favore di quella di Ragusa, maggiormente ricca di suggestioni visive.

A Modica, tra le più belle e importanti città della provincia di Ragusa, ad aprile viene inaugurata una mostra facente parte del progetto Confinus: confini e aperture, con opere di sette artisti finlandesi: Kuutti Lavonen, Matti Hintikka, Kaisu Sirvio, Kalle Berg, Olli Romppanen, Elina Sipila, due artisti siciliani: Gaetano Cipolla, Giuseppe Colombo e un’artista francese: Catherine Keun. Il porgetto Confinus, ormai giunto alla sua quarta mostra, questa volta si sposta in terra siciliana, nello spirito di apertura che lo connota, se è vero che: “Gli uomini portano la terra che hanno dentro nel paese che trovano”.

  • Organizzato da: IIC Helsinki
  • In collaborazione con: Rikhardinkadun kirjasto