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European Film Weeks 2022

Le Settimane del cinema europeo 2022 si svolgono dal 9 al 18 dicembre. Il tema della decima edizione dell’iniziativa è “Solidarietà e diritti umani“. L’evento è organizzato dalla Rappresentanza della commissione europea in Finlandia e dell’Ufficio affari europei finlandese, insieme con le Ambasciate e gli istituti culturali dei Paesi dell’UE e dei Paesi candidati all’adesione all’UE presenti in Finlandia.

Il programma comprende 23 film da diversi paesi europei nonché dall’ospite d’onore del festival, l’Ucraina. Dai documentari rivelatori ai drammi strazianti, molti dei film sono il risultato della cooperazione tra più paesi e anni di lavoro dedicato oltre i confini. Molti dei film della programmazione hanno ricevuto premi prestigiosi nei rispettivi Paesi, nonché a livello internazionale. Scopri l’intero programma qui.

Il film italiano della rassegna è L’orchestra di Piazza Vittorio (2006) di Agostino Ferrente. La proiezione è domenica 11 dicembre alle ore 15:15. Le proiezioni del festival sono ad ingresso libero e biglietti sono disponibili presso la Eurooppasali (Malminkatu 16, Helsinki) mezz’ora prima dell’inizio della proiezione. La sala conta cento posti.

 

Sinossi

Il film-diario della genesi della famosa Orchestra di Piazza Vittorio, band nata da un’iniziativa di Mario Tronco e Agostino Ferrente, che, nel quartiere di Roma dove gli italiani sono “minoranza etnica” hanno riunito un gruppo di musicisti di strada (e non) che vengono da tutte le parti del mondo. “Se volete vedere le palme azzurre di piazza Vittorio, se volete vedere il mare in super 8 di Ostia, se volete vedere Roma la città di Romeo e Giulietta, se volete sentire “mission impossible” al cimbalon in versione zingara, se volete vedere un cubano che fa yoga, un indiano su una vespa bianca al Colosseo che non si mette il casco per non spettinarsi i capelli, un equadoregno che svalvola per amore, un macho arabo vestito di rosa confetto, un casertano che canta in hindi, un argentino che viene sfrattato dal suo garage, un sitarista indiano convinto di essere Uto Ughi, un newyorchese che suona le tablas, un griot senegalese che si sposa con la sua allieva italiana. Se volete sapere come si dice merda in tedesco, in arabo, in spagnolo, se volete sapere come si piazza sul mercato di Tunisi un’auto usata, se volete sapere come un rajastano appena arrivato a Roma deve offrire un’aranciata ad una ragazza al primo appuntamento, se volete sapere come si prepara il chai indiano usando i barattoli anche come percussioni, e il cous-cous senegalese mentre il Senegal sconfigge la Francia ai campionati del mondo del 2002, se volete sapere come si fa a fumare una sigaretta al contrario o come si convince un comune a comprare un cinema a luci rosse, ma soprattutto se volete sapere come si canta una canzone senza parole… se volete vedere e sapere tutte queste cose, allora dovete andare a vedere L’Orchestra di Piazza Vittorio. Amerete il mondo e la gente che lo abita”.

Note di regia

Rivedendo le immagini mi sono chiesto se non fosse più giusto, quando si racconta di esseri umani che lasciano la loro terra per cercare fortuna altrove, concentrarsi sulle storie drammatiche, fatte di dolorose separazioni, di sacrifici, di diritti negati, di razzismo. Quelle storie che troppo spesso finiscono male. In fondo, è quello che tutti si aspettano. Ma io mi sono ritrovato testimone e partecipe di una storia di immigrazioni che invece, nonostante tutto… finisce bene, finisce molto bene. E forse – mi sono detto – in questi tempi può essere importante regalare una storia come quella dell’Orchestra di Piazza Vittorio: una storia a lieto fine. Però vera.

(Agostino Ferrente, autore del film e fondatore dell’Orchestra di Piazza Vittorio)

  • Organizzato da: European Commission Representation in Finland
  • In collaborazione con: IIC Helsinki